Arrivo: monte Salubio 1887 metri
Difficoltà: E.
Primavera (maggio): cerchiamo un giro a bassa quota per non dover affondare nella neve. Raggiunta Musiera con le sue caratteristiche ville e baite, lasciamo l’auto nei pressi del ristorante (01) (direi che appartiene sicuramente ad un cacciatore, vista la marea di trofei esposti).
Ripercorriamo a piedi la strada di accesso (02) fino ad incontrare la segnaletica SAT (03), questa, giustamente, indica le due possibili direzioni per il Salubio. Noi prendiamo per Lavoschio.
La forestale oltrepassa degli stoi (stollen) austriaci, foto 04, proseguendo con poco dislivello, ma con qualche ostacolo e neve resistente. Raggiungiamo i ruderi di malga Lavoschio, quota 1670, e poi la radura di malga Lavoschietto, ancora immersa nella neve (05, quota 1720).
Breve pausa, poi tornaimo sui nostri passi fino a Lavoschio dove, su neve abbondante e assolutamente non battuta, iniziamo a salire faticosamente a zig zag verso la forcella (06). Pochi metri di dislivello (da 1670 a 1710 m slm), ma una gran fatica.
Dalla sella (07), abortita per troppa neve la velleità di salir sul Ciste, ci ingegniamo di indovinare la traccia SAT nella neve: immagine 08.
Oltrepassiamo il lato est di cima Castel Cucco, raggiungiamo un'altra ampia sella (09) e, sempre sprofondando orrendamente nelle neve marcia di maggio, finalmente saliamo sul cocuzzolo del Salubio.
Il rientro è più tranquillo, per un bel sentierino a zete nel bosco e poi sui prati punteggiati da baite (10).
Profilo altimetrico
Stagionalità
Io la descrivo con la neve, quindi direi che va bene tutto l'anno. Ovviamente facendo attenzione :-)
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Movimento alternativo
Giudizio :-) Note Percorso praticamente sempre nel bosco: qualche scorcio sulla Valsugana, sul Lagorai (qui il Crucolo e le malghe dell'ippovia; qui le malghe sopra Samone) (entrambi itinerari svolti e descritti). Nessun altro escursionista sul percorso, in compenso una motta di fatte di cervo e tre forcelli fatti alzare (senza volerlo) |