Passo Cereda - le Rocchette - bivacco Menegazzi


Partenza: passo Cereda 1369 metri
Arrivo: giro ad anello:  loc. Bastie 1450 m slm, bivio per passo Regade, bivio per Forcella d'Oltro, "bivacco Menegazzi al Pianlonch" 1737, Pra de la Forca 1418, Domadore 1326, Mis 1100


Posteggio al passo, in un comodo spiazzale di fronte all'albergo. E' luglio (2014), ma a parte qualche motociclista e i ragazzi di una colonia estiva non si direbbe che siamo in alta stagione. La montagna è sopra di me
Non conosco la zona, ma - come consueto - ho portato con me cartina (Tabacco 022 "Pale di San Martino") e GPS: a casa ho studiato il percorso, il dislivello, l'esposizione (a sud, quindi la neve dovrebbe esser andata via); ho curiosato su internet cercando qualche altra descrizione.
Totale: non risultano esserci particolari problemi escursionistici.
Questo in teoria.


E' così che, nel mio personale piano-gita, oltre all'anello ho inserito le eventualità di:

  • salire fin sulla cima del monte Feltraio (con digressione dal sentiero) => da valutare al momento)
  • salire alla forcella d'Oltro per "sbirciare" verso le montagne della val Canali su sentiero SAT => anche questa deviazione da valutare sul campo
  • scendendo dal bivacco Menegazzi, cercare per quanto possibile un'eventuale via di rientro al passo Cereda su sentiero e non su stradone (le mappe al riguardo non forniscono itinerari certi)


A piedi ripercorro pochi metri della SP (01) fino al piccolo magazzino della Protezione Civile; di fianco parte una stradina asfaltata (02, divieto di accesso ai non-frontisti) che sale dolcemente fra prati, casette e qualche ecomostro fino a loc. Bastie, dove la segnaletica SAT mi fa entrare nel bosco (03, sentiero SAT718).
Bel bosco di faggi e conifere, ombroso, ma umido e strapieno di zanzare (ha piovuto spesso nei giorni precedenti). Vengo letteralmente mangiato; accelero il passo il più possibile, consapevole che guadagnando quota ed uscendo dalla vegetazione non troverò più queste odiose (troverò le classiche mosche, ma vabbè)

In effetti dal bosco si sbuca su un pendio erboso aperto (04); da quota 1900 il sentiero si snoda fra caratteristici pinnacoli (05). Qui incontro una famigliola; mi confermano di aver già percorso l'Alta Via n. 2 (altro nome del SAT718) senza grossi problemi tecnici né di dislivello. Ed in effetti la pendenza è più che amichevole (06).

Iniziano però i problemi: tratti sempre più estesi di sentiero sono visibilmente erosi (roccia friabile, pioggia, nevi, ecc.). A mio avviso necessiterebbero di una manutenzione massiccia.
Aggiungiamoci che non c'è anima viva (io, titubante, vado avanti...ma la famigliola è scomparsa alle mie spalle, spero sian tornati sui loro passi) e affaccia su gole ripide...

Arrivo al bivio con il "sentiero di passo Regade" (come vedete in foto 07: poco battuto); proseguo sperando che il tracciato sia un po' migliore...ma non è così. Lambisce i piedi della dorsale rocciosa e addirittura i tratti erosi ed esposti aumentano (08): non ci sono appigli decenti né possibili alternative (09).

In queste condizioni, salta la salita al Feltraio: è già abbastanza riuscire ad andare avanti.
Salta anche la (breve) salita alla forcella dell'Oltro 2090 metri: il bivio è talmente eroso che ridiscendere sarebbe decisamente problematico (la foto 10 al bivio, scattata "a posteriori", non rende pienamente l'idea)


Non mi resta ormai che proseguire con la speranza di trovare passaggi più sicuri; il bivacco è dato a 50 minuti dalle tabelle CAI-SAT.
In effetti, a parte una valletta franata (11), riesco finalmente a mettere i piedi sulla "terraferma" (se mi passate l'espressione): i dirupi sono alle spalle, davanti a me prato e tracce di sentiero che seguo ad intuito (12) finchè non scorgo il bell'anfiteatro al cui centro sta il "bivacco Menegazzi al Pianlonch" (13), posto poco sopra la Casera Cavallera (territorio veneto)
Mi appresto al rientro abbandonando il tranquillo prato; chiaramente - visti i trascorsi - scelgo di scendere per una sicura strada forestale (altrimenti ci sarebbe il sentiero CAI720). Le "sirene" non mancherebbero: presso le baite in loc. Domadore delle segnaletiche promettono di riportarmi al passo Cereda evitando di perdere quota...ma il sentiero è battuto praticamente zero, mica me la sento (14, frecce blu: sono tornato sulla strada maestra)


Attraverso le poche case di Faustin e scendo per asfalto fin sullo stradone principale; non passa veramente nessuno! Mi sto già rassegnando ad altri 3 km e 200 metri di dislivello a piedi, quando proprio attraversando il centro (poco) abitato di Mis (15) un'anima buona decide di darmi un passaggio con l'auto :-)

Allora è vero, non può piovere per sempre.



Profilo altimetrico


Tratteggiato: percorso di rientro in auto (botta di culo, m'ha raccattato un'automobilista pietosa)

Stagionalità


Ora come ora col sentiero in queste condizioni, non mi sento di consigliarlo in nessun periodo...



Mappa "rielaborata" Open Street Map





Galleria foto

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Giudizio

:-(


Note

Se ci fosse l'Università del Trekking (magari c'è davvero da qualche parte) quest'escursione sarebbe uno degli esami più impegnativi. Non lo passerei, comunque, perché ho disatteso la prima regola: quella di non andare in montagna da soli.

Luglio? Esposto a sud? Alla fine un po' di linguette di neve c'erano comunque

Panorami? Certo...su Mis e su Sagron

Selvatici, dopo tutta 'sta wilderness? Nemmeno uno sob


Ps.

E le Rocchette del titolo? Stando alla mappa, sono le cime fra il monte Feltraio e la forcella d'Oltro



Chiesetta al passo Cereda





Old Man of Storr?





Mis



The Breadknife?



mitica Heidiiiiiiiiiiiiiiiii



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