Partenza: località Pineta di Caldonazzo (dove partiva la storica strada della Val Careta)
Arrivo: sentiero SAT219 interrotto per frane
Girettino esplorativo. Senza pretese.
Con l'escursione sul sentiero del Lanzin mi sono incuriosito riguardo alla storica strada della Val Careta, coincidente col sentiero SAT219 – è chiuso da anni a causa di una lunga successione di frane.
Ma chiuso fino a dove?
La strada collegava il fondovalle all'Altopiano di Lavarone: un secolo (e più) fa portava in quota i turisti, appartenenti alla borghesia austroungarica.
Arrivavano in treno alla stazione di Caldonazzo, e poi su in carrozza risalendo i fianchi instabili della valle scavata dal torrente Centa.
Circa a metà strada e in posizione ardita, un'osteria abitata tutto l'anno fino al 1960 riscuoteva il pedaggio necessario a pagare gli alti costi di manutenzione.
Lasciata l'auto presso il nuovo ristorante in località Pineta (01), prendo a piedi per strada asfaltata (il divieto è più avanti e volendo si potrebbe salire in auto ancora un po', come fatto quella volta del monte Cimone)
Diversi sono i tratti delimitati dagli storici paracarri: l'effetto è notevole.
Un sentierino (02) taglia alcuni tornanti arrivando ad un trivio (foto escursione Cimone): avanti per strada forestale ampia e veramente ben tenuta: se fosse tutta così fino in fondo...
Supero il bivio col sentiero del Tomazol SAT222 (03, Col dele Alberele, quota 625) si aggirano i fianchi boscosi diretti a Sud: ci si addentra nella valle del Centa.
Presso il guado di un torrente asciutto la strada restringe (04): il fondo è quasi sabbioso e percorso da un'infinità di impronte di scarponi.
Ma come? Il sentiero è chiuso, non dovrebbero esserci tutte ste peste *
Due minuti ed eccomi ad uno slargo con panche, fontana, capitello e un'interessante bacheca (05, loc. Giaron, quota 710)
Qui lo sbarramento con cartello di pericolo.
Aggirato, noto un altro cartello, stavolta standard SAT, che segna il sentiero come EE (escursionisti esperti)...ma è incongruo, perché sullo stesso palo c'è giustamente l'indicazione che serve l'attrezzatura da ferrata (corde, moschettoni, ecc.) quindi EEA
Pare ci sia un cordino d'acciaio: sul web infatti c'è qualche indomito che ha arrischiato il percorso, documentando l'impresa.
Proseguo ancora pochissimi metri (06), qui la strada si è fatta stretto passaggio (ma resistono i classici paracarri), fino a dimostrarsi collassata: il terreno è friabilissimo, sembra sabbia sotto i piedi.
Pur senza essere aggettante, né impraticabile (sembra che qualcuno sia passato...sembra eh), tranquillamente torno sui miei passi.
Sul web le testimonianze sembrano far capire che la locanda della Stanga (quel che ne resta, mangiato dalla vegetazione) sia ancora raggiungibile da monte, cioè partendo da Lavarone loc. Casare (che poi è il punto di arrivo dei SAT217 e SAT218)
Dubito valga la pena, in fondo non restano che pochi ruderi (Flickr, Luca Margoni), però mai dire mai, potrei andarla a curiosare in MTB nell'ottica di un giro più arioso. Chissà.
Profilo altimetrico
Stagionalità
Una passeggiata nel bosco
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Movimento alternativo
MTB si, ma poi che fate, tornate mestamente sui vostri passi? Forse sarà più appassionante-benchè-stancante salire verso il Cimone | |
si – quote basse
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si stando sempre su strada nessun problema | |
mi sa che si stufano, meglio forse il vicino percorso didattico |
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Giudizio
:-)
Una passeggiata tranquilla, valorizzata dai colori autunnali e dalla voglia di esplorazione
Note
* le impronte erano di cacciatori: ben mimetizzati ho visto due capanni
(Poco) panorama sui masi bassi di Centa, dominati dalla Vigolana
Centa San Nicolò >