Spettrale Spilech

Partenza: parcheggio vicino al Sindech, strada della Fricca
Arrivo: rifugio Ciola "Casarota" 1572 mt, Spilech



Quest'uscita ricalca quella di qualche anno prima al Becco di Filadonna (azz, quanto tempo è volato), tenutasi in un'ottima giornata autunnale, solo al rientro contraddistinta da qualche calivo * a salire dal fondovalle


Stavolta già dalla Valsugana si notano delle persistenti nubi basse intorno alla cima; sugli altri versanti visibili (es. Derocca) il cielo è invece pulito.
Vabbè! Con l'avanzare del giorno, il sole le scioglierà!



E' così che parto solitario ricalcando sentieri già percorsi negli anni passati.
Ma no: il SAT442 ha cambiato tracciato, ci impiego un po' di tempo ma me ne accorgo.

Così tanti anni sono passati dall'ultima salita? Probabilmente si, era forse il 2005.
Ricordo un'escursione recente, ma partendo dai Paludei. Per il resto, ultimamente a questa zona avevo preferito i versanti meridionali (Folgaria, Besenello/Scanuppia)




Ma torniamo alle mie nebbie.


Parcheggio: tutto bene, su per il solito avvio che passa in mezzo al magazzino stradale della PAT e la casetta della teleferica a servizio del rifugio.

Poco dopo, ben indicanti, i cartelli mi mandano sul nuovo tracciato. Comodo, ben tenuto.

Salendo, la nebbia infittisce. Nel bosco rado di faggi, non è comunque un problema: più su, ci penserò.

A metà salita…spunta pure l'albero di Natale, uno dei pochi abeti di questa macchia di bosco.


Raggiunta la Madonnina dell'alpinista (sarebbe un punto panoramico, meteo permettendo)(anche il vecchio percorso faceva tappa qua), si cambia versante, e pure i banchi nebbiosi cambiano..in peggio

Raggiunto un altro punto panoramico (...non oggi ovviamente...), inizio a sentire le voci dei clienti del rifugio: mancano poche "zete" e sarò su.

Ecco il cartello "cani al guinzaglio"
Ecco la teleferica
Ecco la piazzola dell'elisoccorso, gli ultimi scalini.
Ecco il rifugio (01).


Nebbia accettabile, ma mica sono più così convinto di salire al Becco. Sono anni che non lo faccio e soprattutto sono da solo, con visibilità opinabile.
Magari se cazzeggio un po’ il sole poi scioglie, o si alza un po' d’aria. Intanto tentenno con lieve predilezione per lo stop.

A confermare la mia rinuncia, ecco uscire il gentile gestore che, molto professionalmente, mi spiega che l'escursione termica della notte gli fa prevedere nebbie perenni ("stamattina era -1, ora è -3, se scende la temperatura, la nebbia resta")

Aggiungo che - ma sarà uno scherzo della mia testa - sento rumori strani, soffi rugli ansimi. Non esattamente il canto delle sirene per Ulisse.


Piano B sia allora! Salita all'antecima erbosa dello Spilech, giusto per non star lì a succhiar nebbia fredda. Il gestore avvalla.

Prendo il sentierino quasi pianeggiante che parte dal rifugio, ed eccole, le mie sirene.
Lama (o alpaca?)

Il cucciolo è timido, ma l'adulto/a mica le vuole spostare, le chiappe dal sentiero. Scalcerà?

Gli passo accanto - timoroso per le mie due gemelle - va tutto bene. Vello morbidissimo.


A quota 1600 la presa d'acqua del rifugio (loc. Albi, 02), quindi, un tratto in bosco e il bivio per Spilech (con cartello scritto a mano, pur coi colori SAT, 03)

Un tratto poco piacevole, con questa nebbia, attraversa un canalino ghiaioso.
Qui indosso la k-way color arancione-operaio-ANAS: metti mai che scivolo, mi trovano più facilmente.

Passata la zona franosa la traccia rientra in un lariceto rado, comfort zone :-)
Questione di pochi minuti e dopo una spalla erbosa (04) vedo il cocuzzolo (05), qua la nebbia è più mobile, ogni tanto sbuca anche il sole. Siamo a 1730 e - a saperlo prima - il Becco è nitidissimo sopra di me.
Culi di camoscio e mughi bruciacchiati.


Sotto di me, e anche intorno in verità: mare di nuvole.
Se mi metto sulle punte riesco a fotografarlo.
Non viene bene come se fossi sul Becco, però.


In compenso il sole mi regala uno strano effetto ottico..forse è Buddha che mi manda un messaggio :-)


Scendere dalla cimetta richiede attenzione, la nebbia è un'incognita. Riattraversato il ghiaione, posso togliermi la ventina arancio. Giusto giusto per vedermi un camoscio a 3 metri; poi si ferma più sotto, avvolto nella nebbia.

Al Casarota ora ci si vede meglio, i lama brucano pacifici (06).
Saluto il gentile gestore e inizio la discesa.
A quota "albero di Natale" i primi segnali di cedimento nebbioso

Legge di Murphy: scendo alla Madonnina ed ecco che si sta alzando: resiste una cintura di nuvole, che si assottiglia fra i 1400 e i 1700; direi che fra un po' svanisce nel nulla.

Ecco, infatti. Un'altra mezzora di discesa, e sole splendido.

Del senno del poi son pieni i fossi...



Profilo altimetrico


Stagionalità



Uscita finedicembrina! Ma di un dicembre (2016) senza neve (né ghiaccio)



Mappa dinamicaOpen Street Map






Movimento alternativo


  No
No



Galleria foto

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traccia spilech.gpx

Giudizio

:-)

Note


* è dialettale temo... caligine

Sul sentiero cui io ho rinunciato, un sacco di voci di gente più coraggiosa (o folle) di me.
Alcune piacevoli sculture intagliate in vecchi tronchi

Dove ho trovato la proposta escursionistica? Qui su www.gruppovigolana.it
Sempre da tale sito, ecco una foto aerea del modesto-ma-apprezzabile Spilech: non è il caso di uscire dal sentiero.

Punto panoramico? Non è granchè nemmeno col cielo sereno :-P







Il vecchio sentiero saliva a tratti in "trincee". Non mi dispiaceva.


 Camoscio ambientato

Ciuf ciuf io acciuffo te. Perdonatemi questa citazione dei Simpson.



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