Garniga > Sparavei


Partenza: parcheggio a Garniga-Piazza, poche decine di metri dopo la grande svolta segnalata per la frazione Gatter (01); quota 810
Arrivo: malga Albi 1264 mt, bivacco Primo Larentis "Baita Sparavei" 1502


 

Da qualche tempo accarezzavo l'idea di salire in auto fino a malga Albi, da qui a Cima Verde e rientro dalle Viot(t)e.
E' un gennaio asciutto, talmente asciutto che è non solo la neve a latitare, manca persino l'insidioso ghiaccio (sui pendii assolati, s'intende! E comunque ramponcini sempre pronti nello zaino)

Ma, Meteotrentino? Prevede, a quota 2000, una minima di meno venti.
Ci penso su. Ormai non ho più il fisico :-|

Scelgo di partire dal basso, e arrivare fino alla malga o al bivacco, e bon.
Tanto non ci sono comunque mai stato, va bene anche così.


Il primo pensiero è di posteggiare a Gatter; ma preparando l'uscita con le solite magie del web (Street view, Bing Maps, Basecamp OSM eccetera) realizzo che nella frazioncina non c'è un parcheggio vero e proprio; e francamente mi scoccia lasciargliela lì un po' in mezzo.


Potrei lasciare l'auto alla frazione di Zobbio che è un po' sotto; però alla fine decido di arrivare fino a Garniga e farmela a piedi. Non salgo in paese da decenni (!)

La giornata gelida ma assolata, non è male.

Con poca fatica si lambisce Gatter (02, quota 884) ed i suoi terrazzamenti; scelgo di salire lungo l'asfaltata per evitare problemi di orientamento: prima volta in zona per me.
A salire ignoro sistematicamente tutte le indicazioni per il sentiero SAT630.


Fortunatamente incontro solo due auto.
Supero Rocal (03), su ancora per bella faggeta, eccomi ai pascoli (04). Freschetto, ma nel bosco si è più riparati.

La malga Albi è bella, ben esposta, aperta. Da provare nella bella stagione direi.


Immediatamente a fianco degli edifici prosegue la strada (05): un bivio a sinistra (06) mi porta in una macchia di larici; poco sopra è nuovamente faggeta mista a conifere.

Un ultimo strappo che parte da una radura (07), la vegetazione che da bosco vira in mugheta, ed eccomi al bivacco (08).




L’interrato è sempre aperto: locale spartano, tavola e stufa, niente letti.
Dedicato al custode forestale Primo Larentis.
Panorama? Pensavo meglio. Oggi c'è molta foschia.

Visto che la voglia di continuare è zero, scendo per una comoda strada (cementata a tratti); un breve cazzeggio nei prati dietro la malga e quindi ancora giù per la strada, deviando brevemente per la curiosità di vedere la chiesetta di Rocal (09).




Vista la fatica circoscritta, approfitto per un veloce giro di Garniga Terme: case (tante chiuse) e prati, fino all'antica chiesa di Sant'Osvaldo, posta su un piccolo colle panoramico. Vista su Trento Sud; Viote con ex caserme (fatiscenti), Palon, Marzola, Vigolana


Mi piace sempre perder due minuti a pensare a come poteva essere la vita quassù ai tempi dei nostri nonni. Wikipedia dice che il nome deriva dal tedesco gar nichts, vale a dire che non c'è su nulla...è tutto dire.

E, se ci andate, guardate Cimone (il Comune di "collegamento" fra Aldeno e Garniga): uno sgreben* eppure ancora tenacemente abitato** e coltivato.



Profilo altimetrico



Stagionalità


Uscita pienamente invernale! Ma in un inverno (2016-17) senza neve (né ghiaccio). Zero di zero, ed era gennaio. Ad ogni modo non mi pare che le valanghe su questa tratta siano un problema.


Mappa "riadattata" Open Street Map



Movimento alternativo


  fino alla malga sicuro
salendo per la strada, grossi pericoli di valanghe non ne vedrei. O forse la strada la tengono pulita? Non saprei
SKI quote basse
si quelli robusti, comunque valutate che la strada è transitabile
date retta a me…arrivate fin dove volete in auto e sganciate gli gnomi nei prati della malga, c’è pure uno scivolo e (forse?) una buca della sabbia



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Giudizio

:-)



Note

Le Tre Cime da un'angolazione (per me) inedita.

Balconate naturali, campi e prati, ottima l'esposizione al sole, tante le passeggiate: chissà se i locali risentono della presenza dell'orso (anche turisticamente).

A terra si notano spesso due frecce coi colori SAT: achtung non segnalano sempre il sentiero ufficiale

* sgreben in dialetto significa terreno impervio e disagevole
** abitato a masi o piccole frazioni, mi ricorda le forme di insediamento germaniche



 La temperatura era bassina






 Il bivacco

 Foschia

 El Palon.
 Tracce di lepre...nel cemento.

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