Suoni delle Dolomiti @ rifugio Potzmauer

Partenza: Ponciach, quota 1020
Arrivo: rifugio Pozmauer quota 1280 circa
Difficoltà: E


Parcheggiata l'auto all'inizio di Ponciach, prendiamo la strada acciottolata sulla sinistra (01, segnaletica SAT) che sale decisa fino ad un primo bivio (02; attenzione: prendiamo a destra-Est anche se le indicazioni manderebbero esclusivamente a sinistra verso Zise/Sach. Numerazione C15)

Le tabelle sono precise (a parte talvolta i tempi...) e servono, perché la strada forestale (ora sterrata) non dà altri "grossi" riferimenti e presenta alcuni bivi.

Superato il biotopo "Prati di monte" (03; così sta scritto sui cartelli...
...ma è comunemente chiamato lago di Valda) ci raccordiamo sulla ben più trafficata direttrice del sentiero europeo E5 (04), che collega il lago Santo con il rifugio (05).



Sentiero (ma in realtà è uno stradello...a tratti stradone: 06) che percorriamo per il rientro, in mezzo alla folla, fino alla deviazione che ridiscende a Ponciach




Profilo altimetrico


Pur non particolarmente panoramico, ma anello piacevole. Peccato solo per la strada forestale diventata abnorme.


Stagionalità


Montagne cembrane, comode e adatte a tutte le stagioni.



Mappa "riadattata" Open Street Map



Movimento alternativo




  si MTB
Se c'è neve...
Sci da fondo casomai.......................
Si ma dev'esser robusto
Si



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Giudizio

:-)


Itinerario tranquillo, finalizzato all'arrivo presso il concerto per vie alternative e il meno possibile affollate.

Nell'andata, interessanti i cartelli didattici forestali: veniamo a conoscenza del "macereto di sambuco rosso", della "strada delle sei betulle", del "bonsai di peccio"

Il Potzmauer è in una radura; scarsi scorci sulla valle dell'Adige





 Prime case a Ponciach (posteggio qua nei pressi)



 Un fan di Gazzè



 Sempre a Ponciach, arte montana

























Suoni delle Dolomiti @ rifugio Potzmauer foto












Caldenave - Bivacco Argentino

Partenza: Tedon, quota 1550 metri
Arrivo: giro ad anello: rifugio "Claudio e Renzo - Caldenave"; bivacco Argentino Vanin 2160 mt, Cappella San Bortolo 1730
Dislivello: circa 700 metri
Difficoltà: E. Gita che richiede allenamento e resistenza a causa dello sviluppo kilometrico e del dislivello.


Raggiunta la Val Campelle (consiglio di seguire le indicazioni per il rifugio Crucolo, per poi superarlo proseguendo ancora pochi km), lasciamo l’auto in un parcheggio dedicato a chi sale al rifugio Caldenave, poco prima dell’abitato di Tedon.

Risalendo a piedi la strada asfaltata superiamo un ponte di legno e, sulla destra, scorgiamo ben visibile la segnaletica per il rifugio "Claudio e Renzo - Caldenave".

Qui, nei pressi di un edificio adibito a colonia diurna estiva, va prestata attenzione: il sentiero ha infatti una doppia segnaletica. Due opzioni diverse, entrambe dirette alla piana di Caldenave.

La prima, prevede di riattraversare il ruscello su un piccolo ponticello in prossimità del parco giochi: il sentiero sale erto nel primo tratto, in direzione sud. Prima di arrivare all’ex cava Maffei spiana e piega ad est.

La seconda alternativa, la più gettonata, prevede di lasciarsi alle spalle i pochi edifici, imboccare un tratto di strada in terra battuta (direzione est) e subito dopo il sentiero numerato SAT 332. Tappa intermedia al Ponte Campivelo, a quota 1500 metri, e salita con pendenze più costanti rispetto all’altro percorso.

I due sentieri si raccordano poco prima di sbucare nella piana ai piedi del rifugio. Segnaletica ben tenuta e completa, bel prato attraversanto dal torrente, in estate pascolano liberi alcuni cavalli.

Il rifugio è in vista e dispone di alcuni posti letto; da qui passa l'Alta Via del Granito, una peculiarità della zona (la composizione rocciosa della zona di Cima d’Asta è appunto a base di graniti, sorta di "isola" nel porfirico Lagorai).
Nel locale a fianco esiste un bivacco aperto: nelle due occasioni in cui lo abbiamo visitato, lo abbiamo trovato pulito ma veramente spartano (soffitto basso, svariate panche, niente stoviglie).

Ci lasciamo alle spalle le due costruzioni: siamo ora in una seconda piana, attraversata dal torrente e piu ampia, ma a mio avviso meno bucolica.
Tenendoci sulla destra (attenzione a non perdere i segnavia dipinti sulle rocce) rientriamo nella vegetazione composta da cespugli. Questa salendo lascia spazio ad un anfiteatro di rocce. Il sentiero è ancora il SAT332.

Una salita decisa ci fa "scollinare" a forcella Ravetta, punto di collegamento col Tesino (vista sul gruppo di Rava e sulle omonime malghe e laghi.
Il sentiero diventa il 333 e, praticamente in piano, attraversa la sommità del monte Tauro (residui delle fortificazioni belliche) per poi scendere sul versante valsuganotto, regalandoci la vista del bivacco Argentino Vanin.

A differenza del bivacco di Caldenave, questo è impeccabile: ben attrezzato, arioso, ben tenuto, pulito, dotato di legna, stufa, stoviglie e sei letti. Nei dintorni si trova acqua.

Scendiamo verso la forcella del Dogo (sul vicino monte Cima vediamo l'ex cava di quarzo, oltre al rodoreto oggetto di numerosi miglioramenti ambientali).
Raggiungiamo, nell’ordine, Malga Primaluna di sopra 1842, di sotto 1677, Primalunetta e la Cappella di san Bortolo 1730.
Continuando a scendere, si passa per malga Val de Prà 1755 mt, per Cenon di sopra 1550 mt e ponte delle Rudole 1340.
Si conclude così un giro ad anello, raggiungendo l'auto tramite la carrozzabile.


Stagionalità








L’itinerario ad anello completo, così come presentato, è consigliato in assenza di neve: sopra Caldenave ci sono punti in eccessiva pendenza; inoltre, nel “panettone” del monte Tauro, in presenza di manto nevoso, si può far fatica ad orientarsi per seguire il sentiero.


Mobilità alternativa

 Come evidenziato sopra, l’itinerario non è sicuro nei mesi invernali. La salita per strada forestale alla Cappella di san Bortolo è più consigliabile (valutare sempre il rischio localmente).

 L’itinerario non è interamente percorribile in bicicletta. La salita per strada forestale alla Cappella di san Bortolo è consentita.






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Caldenave - Bivacco Argentino > foto















Malga Bodrina

Partenza: Vigo di Ton, parcheggio nelle vicinanze del campo sportivo, 520 metri.
Arrivo: Malga Bodrina 1580 metri
Dislivello: circa 1000 metri Lunghezza: 13 km
Tempo: salita 2.40, discesa 1.50
Difficoltà: E. Necessarie calzature e abbigliamento da montagna.

Per raggiungere in auto Vigo di Ton va prestata attenzione all’ingresso in Val di Non, in località Rocchetta: può essere d’aiuto seguire le indicazione per Castel Thun.
All’ingresso in paese vanno poi seguite le indicazioni per il campo sportivo, distante circa 700 metri in direzione O. Nei mesi invernali, causa ghiaccio e neve potrebbe essere necessario parcheggiare poco prima, lungo la stradina di collegamento al paese.
In prossimità si dipartono alcuni sentieri ben descritti da tabelloni e mappe: tra le mete ricordiamo Castel Thun, la Torre di Visione, Castel San Pietro.


Imboccato il sentiero SAT509, questo si sviluppa interamente in faggeta che nelle fasce altimetriche superiori vede aumentare la presenza delle conifere: il bosco è fitto e non troviamo molti scorci sulla valle. Si sale con pendenza decisa.

Dopo circa 2h30’ si sbuca nel vasto pascolo della Bodrina, che dista ancora solo 5 minuti (tettoia con panche, bivacco “Rifugio Rododendro”)

Il rientro si effettua per la stessa via dell’andata.
In alternativa: il sentiero SAT509 si interseca più volte con la strada forestale; le due soluzioni si possono alternare sia nella salita che per la discesa, ma va prestata attenzione a non imboccare alcune diramazioni dalla forestale (vicoli ciechi) non ben segnalate: non si rischia di perdersi, ma di dover poi tornare sui propri passi.
Il tempo di rientro è indicativamente di 2 ore.


Vigo di Ton campo sportivo 460 12.20
“La Bara” 900 13.00
Sas de l’Autar 1350 14.00
Malga Bodrina 1580 15.00
Vigo di Ton campo sportivo 460 17.00


Note: merita una visita il museo provinciale di Castel Thun, recentemente restaurato





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